Ama la tua vita! Home » Salute e Benessere » Psicologia femminile » Ama la tua vita! » Anoressia: il ruolo di chi ci sta intorno! Anoressia: il ruolo di chi ci sta intorno! Da Francesca Panzolato Pubblicato 24 Novembre 2019 13 min lettura Commenti disabilitati su Anoressia: il ruolo di chi ci sta intorno! 0 209 Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Reddit Condividi su Pinterest Condividi su Linkedin Condividi su Tumblr L’anoressia è una malattia che ti crea una completa autostima ed un vuoto intorno ma le persone che ti sono vicine soffrono insieme a te. Quanto sono fondamentali i genitori e la famiglia? Nei miei precedenti articoli ho parlato per lo più della mia esperienza, del mio punto di vista. Poi ho pensato “perchè non chiedere a qualcuno che ha vissuto questa esperienza ma da un altra prospettiva?”. La prima persona che mi è venuta in mente è stata la mia migliore amica, Tatiana, la quale prima di conoscere me, ha affrontato la malattia della sua migliore amica. Spesso si da quasi per scontato che le amiche o i propri cari decidano di starti vicino, anzi, lo si dà per scontato. Ma credetemi non è cosi (si, è una frecciatina). Tutte quelle che consideravo amiche, quasi sorelle mi hanno voltato le spalle e se non avessi avuto la mia famiglia non credo che ora sarei qui. Avrei dato un braccio per avere una persona come Tatiana nella mia vita, perchè ha mostrato tanto coraggio tanto quanto la sua amica. Tutto sommato sono contenta di averla conosciuta dopo la mia malattia, perchè ora lei vede la vera me, vede le mie fragilità ed io mi sento a mio agio con lei in qualsiasi situazione, cosa che prima non sarei stata in grado di fare. Ogni giorno, nonostante siano passati anni dalla mia guarigione, non passa un giorno che io non ringrazi di avere nella mia vita persone come lei, la mia famiglia. Il ruolo di Tatiana nella vita di due persone affette da anoressia QUANDO HAI CAPITO CHE QUALCOSA NON ANDAVA? TE NE SEI ACCORTA DA SOLA O SI E’ CONFIDATA CON TE? La mia amica non mi ha mai detto di essere malata, non mi ha mai detto di essere anoressica! Non l’abbiamo mai nominata, parlavamo dei suoi effetti ma non ha mai avuto il nome anoressia o malattia. Quando ha cominciato a parlarne di più si chiamava lui, semplicemente! Me ne sono accorta io perché vedevo che dimagriva tanto e che si chiudeva sempre di più in se stessa, mangiava meno e camminava tanto! Passavamo tanto tempo insieme quindi ogni cambiamento si vedeva! COME TI SEI SENTITA IN QUEL MOMENTO ? SPESSO SI CONSIDERANO SOLO I SENTIMENTI DI CHI SOFFRE DELLA MALATTIA DIMENTICANDOSI DELLA SOFFERENZA CHE PROVA CHI LE E’ ACCANTO Completamente impotente! Volevo vederla di nuovo felice e non sapevo neppure lontanamente da che parte prendere! Rivolevo la mia Chiara e vedevo che lui me la portava via e mi sembrava vincesse ogni volta! Ho la sua immagine in testa con il maglioncino verde che avevamo uguale. Uno scheletro che camminava e rideva ma non era felicità. Non era quella vera, era lui che le diceva brava sei più magra! Lei ascoltava lui e non me, non sapevo cosa fare per combatterlo! Impotenza totale e struggente! Paura che vincesse lui e che non me la ridasse più! Una paura fottuta che mi bloccava il respiro! Ma lottavo per non pensarci, la mia priorità era la Chiara punto! ERI GIA’ A CONOSCENZA DELLE CONSEGUENZE E DELLA GRAVITA’ O HAI CERCATO INFORMAZIONI A RIGUARDO? Quando frequentavo le scuole medie, avevo avuto problemi alimentari ed anche se derivavano da altro mi ero informata anche su questa malattia. Chiara si è ammalata quando frequentavamo il liceo socio psico pedagogico e quindi, anche a scuola, ne avevamo trattato in parte! Per il resto mi sono informata e soprattutto ho parlato tanto con la sua mamma. COME E’ STATO STARLE ACCANTO ? NON POSSO METTERMI NEI TUOI PANNI MA POSSO SOLO IMMAGINARE COSA SI DEBBA PROVARE A VEDERE UNA PERSONA CHE AMI SOFFRIRE Non pensavo! Non pensavo a come stavo io. Tutta la mia attenzione era rivolta a lei, era una continua allerta! Era come far parte di una guerra e stare sempre in allerta aspettando che lui facesse la sua mossa per bloccarlo! Se ci penso ora ero profondamente triste! Per me Chiara è come una sorella e non poter far nulla, mi faceva sentire inutile! Però in quel momento era una guerra e non si doveva mollare mai! Quindi come ogni guerra è stato sicuramente stancante ma io volevo la Chiara, avevo uno scopo! TI SENTIVI A TUO AGIO A PARLARNE CON LEI? Alcune volte non mi sentivo a mio agio e mi faceva paura quello che pensava, anzi quello che lui pensava. Ma Chiara doveva parlare e dovevamo essere unite quindi mettevo da parte ogni paura ed ascoltavo. Una volta mi disse che lui l’aveva costretta a mangiare carne cruda, credo che non mi dimenticherò mai questo episodio. E così ho ingoiato la tristezza! IL TUO RUOLO NELLA SUA GUARIGIONE E’ STATO SICURAMENTE IMPORTANTE, COSA HAI FATTO PER RENDERLE TUTTO PIU’ FACILE? Sinceramente? Non lo so! Io ancora adesso mi sento che avrei dovuto e potuto fare di più ma se ci penso non avrei saputo cosa fare, questa impotenza era una sensazione sempre presente! Però l’unica cosa che facevo era essere lì con lei, sempre! In classe, a scuola, nel tempo libero, ero lì vicino a lei! E non la sforzavo a fare niente, voleva stare in silenzio, non voleva mangiare, voleva camminare ed io la assecondavo in ogni sua volontà. Ovviamente dentro me stessa morivo perché avrei voluto urlare: “Voglio la mia Chiara ma sarebbe stato peggio”. Con mio grande disgusto ho accettato lui e ho cercato di capirlo! Ero arrabbiata e triste ma l’unica cosa che potevo fare era accettarlo perchè lui c’era e cresceva! Lei non voleva parlare della malattia quindi ricordo che avevamo adottato una soluzione: scrivere, appuntare ogni nostro pensiero, ogni nostra paura su innumerevoli quaderni. Non mi importava che non seguivo le lezioni in classe, che venivo rimproverata dai vari Prof perchè non ero attenta alla lezione del giorno. Io ero lì e continuavo a scrivere sul mio quaderno, sul nostro quaderno. Oggetto prezioso che ci scambiavamo ogni volta che tornavamo a casa. COSA TI SENTI DI DIRE A TUTTE LE PERSONE CHE SI TROVANO NEI TUOI PANNI ? Ci tengo a dire che ci vuole tanta pazienza, che bisogna impegnarsi per capire il modo migliore per aiutare una persona che si trova in questa situazione difficile. Sicuramente ti sentirai inutile, ti sentirai come se stessi sbagliando e dicendo cose non giuste ma dovrai continuare a farlo. Ti capiterà di essere allontanata, scacciata via da questa persona ma lei, in fondo, sa che sei fondamentale nella sua vita e che ha bisogno di quell’amore che solo tu puoi darle. Dovrai accettare “lui” o ti capiterà di dare un nuovo nome a questa terribile malattia. Ma sarai consapevole che “lui” c’è e ci sarà finchè, insieme alla persona malata, non lo sconfiggerete. Ti arrabbierai tanto perchè ti sentirai inutile ma solo lottando ce la farete. Finchè non arriverà quel momento “fatidico” in cui questa persona guarirà e deciderà che “lui” non potrà portarla più via e soprattutto che non avrà alcun potere sulla sua vita. Ti regalerà un album con le vostre foto ammettendo che “lui” la portata via da te ma ora lei è tornata con tanta voglia di vivere. E quello sarà uno dei momenti più belli della tua vita.