Libri Home » Intrattenimento » Libri » Il bovarismo, un termine derivante dal romanzo di Flaubert Il bovarismo, un termine derivante dal romanzo di Flaubert Da Maria Carola Leone Pubblicato 31 Gennaio 2022 5 min lettura 1 1 132 Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Reddit Condividi su Pinterest Condividi su Linkedin Condividi su Tumblr Uno dei capolavori assoluti della letteratura europea dell’Ottocento è Madame Bovary. Moeurs de province di Gustave Flaubert. Il romanzo fu pubblicato nel 1856 e narra le vicende della giovane Emma Rouault che, dopo un periodo vissuto in città, torna in campagna e sogna di vivere le vicende delle donzelle che incontra e impara a conoscere nelle sue letture. Un viaggio emozionale nel romanzo di Gustave Flaubert vivo da 166 anni In poco tempo Emma si rende effettivamente conto di essersi legata indissolubilmente al medico Charles Bovary. Emma avrebbe semplicemente emancipato la sua condizione di donna. Purtroppo dopo poco si rende conto di aver conosciuto tutta la mediocrità, la noia e la modestia del marito. Per sopportare questa situazione di inerzia spende somme davvero ingenti di denaro per se stessa e per i suoi innumerevoli amanti (tra questi vi è Léon Dupuis e Rodolphe Boulanger). Si indebita e nessuno dei suoi amanti decide di voler saldare i conti al suo posto. Emma è abbandonata nella sua solitudine e dalla povertà. L’unica soluzione sarà quella di uccidersi assumendo l’arsenico. LEGGI ANCHE: Il Grande Gatsby, la moda ribelle delle Flapper Girls Cere, bottiglie, abiti e vetri: l’attenzione per i dettagli cobalto Uno degli elementi più affascinanti da tenere in considerazione, leggendo con passione il romanzo, è questa attenzione maniacale che Flaubert posa sulla descrizione dei particolari tipica della scrittura realista. Ecco perché tra forme, luci, ombre ed evanescenze emerge l’importanza del colore in vari oggetti: le cere, le bottiglie, i bicchieri di nuances differenti. Una tra le sfumature cromatiche più cariche di significato è, senza alcun dubbio, il blu. Sarà mica un evento isolato il fatto che durante il primo incontro tra Emma e Charles, la donna sia vestita con un abito blu di lana? Un altro paio di occasioni sono state utili ad Emma per vestirsi di blu (una volta scegliendo un cachemire e un’altra della seta). Il colore degli occhi della Rouault sono scuri al buio e con i riflessi blu, come lo sono, del resto, anche i suoi capelli. Blu, uno status-symbol Il cobalto è sinonimo di cambiamento, di ambizione e di evasione dalla noia della quotidianità. Tra i vari significati nascosti all’interno del romanzo vi è anche fornire uno spaccato sociale inerente l’aristocrazia ottocentesca nella Francia della provincia e delle metropoli. Tingere, sfoggiare, indossare abiti e drappi blu era un vero e proprio status-symbol. Uno dei mille dettagli che fornisce Flaubert circa la descrizione minuziosa della società, legata sempre al senso del colore, è legata al blu della carrozza dell’amante Rodolphe che si allontana definitivamente da Emma. Da questo avvenimento deludente e disperato, la donna acquista dei vasi blu. Blu è anche il vasetto che contiene l’arsenico, protagonista del suo suicidio. Fin dall’antichità il blu conserva un misterioso passato ed era considerato un materiale prezioso e raro. Blu è il cielo e l’oceano vasti tanto quanto l’universo. Lo stesso Universo interiore custodito dall’animo tormentato di Emma Bovary.