Lotta contro la violenza sulle donneHome » Lotta contro la violenza sulle donne » Il Catcalling, le molestie in strada Il Catcalling, le molestie in strada Da Rossana Nardacci Pubblicato 9 Aprile 20215 min lettura 1 63 Secondo l’Accademia della Crusca, il termine catcalling è attestato col significato attuale a partire dal 1956. Nel Settecento aveva per lo più il significato di “grido, lamento, suono simile a un lamento” e indicava rispettivamente l’atto di fischiare a teatro gli artisti sgraditi e il fischio di disapprovazione stesso. Catcalling: perchè in Italia non è considerato ancora un reato? Nel 2018 il governo francese ha approvato una legge che dichiara punibile il catcalling su strade o mezzi di trasporto pubblico con multe fino a 750 euro, oltre ad una mora per comportamenti più aggressivi. In Perù vigono leggi contro simili pratiche dal marzo 2015 e negli Stati Uniti leggi che riguardano le molestie di strada sono ad esempio presenti in Illinois. Anche in altri Paesi il comportamento è punito, mentre in Italia non esiste un reato specifico per punire il catcalling. Ogni volta che le donne denunciano le discriminazioni da cui sono colpite, sia che si tratti di singole testimonianze affidate ai social sia che si tratti di denunce collettive che nascono in seno al movimento delle donne. Immediatamente ci sono reazioni uguali e contrarie nell’opinione pubblica. Sui social ne abbiamo uno spaccato. Le reazioni ostili consistono in colpevolizzazioni delle vittime o negazionismo, banalizzazioni o benaltrismo. Quindi, se una donna viene uccisa o subisce uno stupro in qualche modo se la sarà andata a cercare, se subisce molestie sessuali o discriminazioni sul lavoro sicuramente saranno menzogne o esagerazioni per fatti di lieve entità e se subisce molestie verbali in strada si dirà che c’è ben altro di più importante di cui occuparsi. Qualche giorno fa, Aurora Ramazzotti si è sfogata su Instagram contro i molestatori da strada ricevendo molti attacchi da parte di uomini e di donne che le hanno riservato astio e ben poca solidarietà. Anche Vittoria Puccini si è schierata a difesa di Aurora, dichiarando in una intervista che: “È una molestia soprattutto su una ragazza giovane che magari non ha la forza di farsela scivolare addosso. Anche se secondo me vale per tutte, pure se hai 40 anni”. Questi comportamenti molesti sono purtroppo frequenti. Ti basta una veloce ricerca sul web per vedere video che documentano che cosa vive sulla sua pelle una giovane donna che attraversa le strade da sola o in compagnia di amiche se passa accanto a uomini o a gruppi di ragazzi. LEGGI ANCHE: “Se mostri il seno hai drink gratis”: il cartello sessista diventa un “caso” Non è infrequente che un molestatore abbia anche repentini cambiamenti d’umore se l’oggetto delle sue attenzioni non lo gratifichi con un sorriso ed un cenno di gratitudine per l’apprezzamento e si passa subito a pronunciare brutte parole. Fino ad atteggiamenti minacciosi di prevaricatori che impongono alle ragazze di sorridere. Ritengo che il fenomeno venga spesso banalizzato e derubricato come semplici apprezzamenti senza alcun intento di molestia. Si tratta di parole e gesti che nella maggior parte dei casi non sono richiesti, non fanno piacere e tradiscono comportamenti fortemente sessisti. Se un uomo fischia a una donna per strada o le fa un battuta fin troppo esplicita, non è un complimento ed in moltissimi casi viene percepito come una vera e propria molestia, in cui viene messa in atto una violenza psicologica!