Lotta contro la violenza sulle donne Home » Lotta contro la violenza sulle donne » Femminicidio o femminismo? Da che parte sta andando la nostra società? Femminicidio o femminismo? Da che parte sta andando la nostra società? Da MARTA MAGGIONI Pubblicato 19 Novembre 2019 4 min lettura Commenti disabilitati su Femminicidio o femminismo? Da che parte sta andando la nostra società? 1 219 Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Reddit Condividi su Pinterest Condividi su Linkedin Condividi su Tumblr Donne, madri, figlie. Amiche, vicine, complete sconosciute Novembre è il mese dedicato alla lotta contro la violenza di genere. In particolare il 25 ricorrerà proprio la giornata internazionale su questo tema delicato. Donne come tante, vittime come molte Si parla di femminicidio solo dal 2005, ma gli abusi psicofisici sulla donna sono all’ordine del giorno da molto, moltissimo tempo. Se accendiamo la TV in qualsiasi momento ecco che riecheggia alle nostre orecchie l’ennesimo caso di violenza inaudita, di abusi emotivi, di preghiere inascoltate. In una società cosi social, siamo diventati come automi, come essere alienati che si lasciano toccare lo stretto necessario da queste calamità interpersonali. E poco importa se in quel momento urliamo ai quattro venti il nostro disappunto, se vomitiamo sul web la nostra aberrazione. Il giorno dopo sarà tutto archiviato e messo in un angolo, dimenticato, fino alla prossima orribile notizia. Perché questa ipocrisia? Perché siamo diventati così insensibili a questi eventi? La questione femminile è tutt’ora ambigua, complicata, difficile. Porta su di sé strati e strati di “scientifiche” dimostrazioni, fattori sociali e credenze sull’inferiorità del gentil sesso rispetto agli uomini. La colpa di questa società malata che sevizia le sue quote rosa è di tutti. Di quelle donne pronte a criticare le altre, di quei uomini che si sentono padroni e possessori; della cultura sessista a cui siamo andati lentamente incontro senza accorgercene. Cosa si può fare a riguardo? Alla base del problema c’è una forte disuguaglianza sociale ed un’aggressività latente che permea la struttura mentale ed emotiva della donna e dell’uomo e che porta la prima a colpevolizzarsi e tacere, il secondo ad umiliare ed esaltarsi. Occorrerebbe una profonda educazione ai sentimenti fin dalla tenera età, imparare il rispetto dell’altro e la condivisione. Secondo Actionad in questo momento 1 donna su 3 sta subendo violenza, spesso non per la prima volta. Spose bambine, prostituzione, dipendenza economica, infibulazione, violenza domestica e psicologia: purtroppo sono poliedriche e malsanamente variegate le tipologie di abusi. Siamo ormai entrati in un circolo vizioso sempre più concentrico che costringe le donne in un buio isolamento da cui è difficile uscire. Difficile sì, ma non impossibile. Dobbiamo impegnarci costantemente ad essere una comunità femminista, dedita all’aiuto reciproco, alla consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni. Ora come ora dobbiamo creare una parità di genere che consenta alle donne di poter scegliere la propria realtà, senza sentirsi in pericolo o giudicate. Dobbiamo essere come piccole tessere di un mosaico più grande che s’incastrano dolcemente senza sovrastare le altre; in modo da formare un armonico insieme unito e compatto. #nonénormalechesianormale