Moda sostenibileHome » Moda e Must Have » Moda sostenibile » Il Messico ed il fico d’India diventano amici per la “pelle” Il Messico ed il fico d’India diventano amici per la “pelle” Da MARTA MAGGIONI Pubblicato 24 Novembre 20194 min lettura 0 123 America Centrale, Messico. Quì il caldo torrido spacca le brulle rocce amarante, ingiallisce i delicati steli d’erba e fa da monocromatico scenario a lussureggianti e coloratissimi fichi d’india. E proprio dalle pale di questi verdeggianti cactus che, attraverso un tecnico e preciso processo di riqualificazione e modifica, nasce una nuova tipologia di pelle vegetale. Una nuova pelle vegetale, cruelty-free ed ecologica Fa bene all’ambiente, fa bene alla moda. L’intrigante idea è balenata nella mente di Adrián López e Marte Cazárez; due giovani imprenditori ventisettenni di Guadalajara alla ricerca di innovazioni che fossero rispettose dell’ambiente. Presentato il mese scorso all’importante evento Lineapelle di Milano, questo tessuto è finalmente uscito dal laboratorio dopo circa due anni di sperimentazione e ricerca. Totalmente cruelty-free ed ecologica, questa pelle vegetale gode di un’ottima resistenza, duttilità e impiego. Che sia un capo di moda o d’arredo, un accessorio, una borsa o delle scarpe, la pelle vegetale si modella perfettamente alle richieste del cliente, restando morbida e durevole nel tempo. Ogni metro è venduto a circa 25 euro, un ottimo compromesso tra fashion e lavorazione, sopratutto in termini di eco-friendly e costo finale. Perché proprio una pianta grassa? Gli inventori hanno scandagliato l’ecosistema arboreo e vegetativo del loro Paese alla ricerca di un candidato perfetto, trovandolo proprio nella pianta grassa. La scelta e la conferma di utilizzare un materiale così particolare ed inusuale deriva fondamentalmente dallo studio strutturale delle sue capillari e distintive proprietà. Prima di tutto vi è l’onnipresenza di questa pianta spontanea, disseminata ovunque in tutto il territorio messicano: la sua abbondanza e l’irrisorio bisogno di acqua per il sostentamento, fanno del fico d’India una scelta oculata, rinnovabile e azzeccatissima. Non di meno, il cactus è il simbolo che più viene associato al Messico, quindi diventa anche un intelligente scelta in chiave di marketing, riconoscimento e pubblicità. Insieme a stoffe ricavate dall’ananas e dall’ulivo, dagli scarti dell’uva o della mela, questo nuovo prototipo si sta ricavando un posticino ben comodo nella moda eco-sostenibile, andando a infoltire le fila della rivoluzione vegan nella moda. Insomma, ormai la direzione del fashion è stata tracciata. Adesso basta solo seguirla. Si sta procedendo in direzione di uno sviluppo coscienzioso e mirato del prodotto. I giovani imprenditori, i grandi brand, l’intera società stanno virando verso etiche nuove, green e pacifiche, ricercando in natura quell’elemento che possa, tra le altre cose, aiutare la natura stessa. Il mantra che è alla base di questo cambiamento e di queste nuove realtà alternative è quello delle 3P: People, Planet, Profit. La natura non è un posto da visitare. E’ casa nostra. (Gary Snyder)