Moda sostenibile Home » Moda e Must Have » Moda sostenibile » Il Messico ed il fico d’India diventano amici per la “pelle” Il Messico ed il fico d’India diventano amici per la “pelle” Da MARTA MAGGIONI Pubblicato 24 Novembre 2019 4 min lettura Commenti disabilitati su Il Messico ed il fico d’India diventano amici per la “pelle” 0 101 Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Reddit Condividi su Pinterest Condividi su Linkedin Condividi su Tumblr America Centrale, Messico. Quì il caldo torrido spacca le brulle rocce amarante, ingiallisce i delicati steli d’erba e fa da monocromatico scenario a lussureggianti e coloratissimi fichi d’india. E proprio dalle pale di questi verdeggianti cactus che, attraverso un tecnico e preciso processo di riqualificazione e modifica, nasce una nuova tipologia di pelle vegetale. Una nuova pelle vegetale, cruelty-free ed ecologica Fa bene all’ambiente, fa bene alla moda. L’intrigante idea è balenata nella mente di Adrián López e Marte Cazárez; due giovani imprenditori ventisettenni di Guadalajara alla ricerca di innovazioni che fossero rispettose dell’ambiente. Presentato il mese scorso all’importante evento Lineapelle di Milano, questo tessuto è finalmente uscito dal laboratorio dopo circa due anni di sperimentazione e ricerca. Totalmente cruelty-free ed ecologica, questa pelle vegetale gode di un’ottima resistenza, duttilità e impiego. Che sia un capo di moda o d’arredo, un accessorio, una borsa o delle scarpe, la pelle vegetale si modella perfettamente alle richieste del cliente, restando morbida e durevole nel tempo. Ogni metro è venduto a circa 25 euro, un ottimo compromesso tra fashion e lavorazione, sopratutto in termini di eco-friendly e costo finale. Perché proprio una pianta grassa? Gli inventori hanno scandagliato l’ecosistema arboreo e vegetativo del loro Paese alla ricerca di un candidato perfetto, trovandolo proprio nella pianta grassa. La scelta e la conferma di utilizzare un materiale così particolare ed inusuale deriva fondamentalmente dallo studio strutturale delle sue capillari e distintive proprietà. Prima di tutto vi è l’onnipresenza di questa pianta spontanea, disseminata ovunque in tutto il territorio messicano: la sua abbondanza e l’irrisorio bisogno di acqua per il sostentamento, fanno del fico d’India una scelta oculata, rinnovabile e azzeccatissima. Non di meno, il cactus è il simbolo che più viene associato al Messico, quindi diventa anche un intelligente scelta in chiave di marketing, riconoscimento e pubblicità. Insieme a stoffe ricavate dall’ananas e dall’ulivo, dagli scarti dell’uva o della mela, questo nuovo prototipo si sta ricavando un posticino ben comodo nella moda eco-sostenibile, andando a infoltire le fila della rivoluzione vegan nella moda. Insomma, ormai la direzione del fashion è stata tracciata. Adesso basta solo seguirla. Si sta procedendo in direzione di uno sviluppo coscienzioso e mirato del prodotto. I giovani imprenditori, i grandi brand, l’intera società stanno virando verso etiche nuove, green e pacifiche, ricercando in natura quell’elemento che possa, tra le altre cose, aiutare la natura stessa. Il mantra che è alla base di questo cambiamento e di queste nuove realtà alternative è quello delle 3P: People, Planet, Profit. La natura non è un posto da visitare. E’ casa nostra. (Gary Snyder)