Salute e Benessere Home » Salute e Benessere » In coppia contro i papilloma virus In coppia contro i papilloma virus Da Rossana Nardacci Pubblicato 19 Dicembre 2018 5 min lettura Commenti disabilitati su In coppia contro i papilloma virus 2 260 Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Reddit Condividi su Pinterest Condividi su Linkedin Condividi su Tumblr Possono trasformarsi in tumori, nonostante siano lesioni benigne. Interessano principalmente le ragazze ma la prevenzione riguarda anche i ragazzi Protagonisti sono circa 120 virus, “imparentati” tra loro, che una volta instaurati nell’organismo attraverso un contatto sessuale possono creare lesioni benigne, ed in casi, per fortuna rari, anche maligne. Stiamo parlando del Papilloma virus o Hpv (Human papilloma virus), distinti in tipi ad alto e basso rischio di trasformazione tumorale. In particolare, è stata accertata l’azione oncogena di ben 12 tipi di Hpv, con tendenza maggiore di altri a progredire in carcinoma del collo o cervice dell’utero e di altre zone del corpo. Quella da Hpv è un’infezione molto diffusa, subdola e pericolosa, soprattutto sottovalutata. Le statistiche ci dicono che fino ad 8 su 10 donne sessualmente attive vengono in contatto con un ceppo ad alto rischio nel corso della vita e che in Italia si registrano circa 1500 nuovi casi di cancro alla cervice uterina causata da questo virus. Si trasmette per via diretta e principalmente sessuale, attraverso il contatto con cute e mucose infette. Numerosi studi concordano nel ritenere la giovane età al momento del primo rapporto intimo, il numero di partner sessuali e la frequenza di rapporti, i fattori di rischio più rilevanti per l’acquisizione dell’infezione. Nella maggior parte dei casi, il virus responsabile, anche se potenzialmente oncogeno, viene eliminato in uno, due anni dal sistema immunitario prima di poter sviluppare un effetto patogeno. Ma quando, al contrario, riesce ad insediarsi stabilmente nell’organismo, in circa cinque anni può provocare verruche e condilomi genitali benigni, oppure lesioni precancerose capaci in 20/40 anni di progredire fino al carcinoma della cervice o di un’altra zona del corpo. Infatti, a seconda del tipo di rapporto intimo avuto con la persona infetta, i tipi oncogeni di Hpv possono essere responsabili anche di molti dei tumori di vagina, vulva, perineo, ano, pene ed orofaringe. Questo perchè l’infezione può essere trasmessa mediante semplici contatti genitali pelle-pelle o tra mucose. Perciò bisogna sapere che l’uso del preservativo riduce il rischio, ma non lo elimina. Diagnosi precoce Poichè non esistono trattamenti specifici contro l’Hpv, la prevenzione, dallo screening alla vaccinazione, è fondamentale. La diagnosi precoce, cui tutte le donne sono invitate periodicamente e gratuitamente con una lettera spedita a domicilio dalle autorità sanitarie, si attua grazie a due esami con prelievo di cellule cervico-genitali: il Pap-test e l’Hpv test. Sono utili entrambi per accertare eventuali alterazioni o lesioni precancerose alla cervice, da eseguire con cadenze che lo specialista può indicare in sede di controllo. La soluzione più efficace per prevenire il contagio è la vaccinazione. In Italia viene fornita gratuitamente a ragazze/i già intorno ai 12 anni, periodo in cui il vaccino sembra risultare più efficace. A quello bivalente e quadrivalente si è aggiunto il 9-valente, attivo contro una decina di sieropositivi oncogeni ed esteso alla fascia di età 27/45 anni.