Curiosità Home » Curiosità » Il corsetto: femminilità allo stato puro Il corsetto: femminilità allo stato puro Da Graziamaria Franchini Pubblicato 26 Novembre 2021 7 min lettura Commenti disabilitati su Il corsetto: femminilità allo stato puro 0 447 Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Reddit Condividi su Pinterest Condividi su Linkedin Condividi su Tumblr Ci sono mode dell’antichità destinate a non tornare mai più ed altre invece che fanno capolino in tendenza contro ogni aspettativa. Tra queste vi è il corsetto, un capo controverso: un tempo emblema della costrizione femminile, diventato oggi un simbolo della femminilità liberata, quella delle donne che possono indossare tutto ciò che desiderano. Storia ed evoluzione del corsetto Il corsetto ha mutato forma e misura in base all’epoca ed alla foggia degli abiti, con l’intento di plasmare la silhouette femminile secondo i canoni estetici e comprimendola grazie a stecche e laccetti. Introdotti nel 1500 da Caterina de’ Medici, i primi corsetti erano di forma conica e schiacciavano il ventre; permettevano pochi movimenti e venivano prodotti anche in ferro (si può solo immaginare quanto fossero scomodi). La moda settecentesca voleva che mettessero in risalto il seno accompagnando le scollature squadrate dei vestiti e terminando prima di arrivare ai fianchi: si mirava a creare un contrasto fra il busto sottile e le gonne ampissime al di sotto, sorrette da strategiche crinoline “a paniere”. Il secolo che ha segnato il trionfo del corsetto è stato tuttavia l’Ottocento: qui la vita diventa sottilissima ed il corsetto si estende fino alla parte bassa dell’addome, creando una silhouette flessuosa ed a clessidra. Sino alla prima metà del ‘900 questo capo veniva ancora indossato e sdoganato dalle dive di Hollywood, le quali lo utilizzavano per ottenere una linea impeccabile sotto gli abiti fascianti. LEGGI ANCHE: Gioielli: i trend che spopoleranno nell’autunno/inverno 2021-2022 Jean Paul Gaultier, il re dei corsetti Il termine “corsetto” è attestato a partire dal 1300: prende origine dal francese antico e ha la stessa radice della parola “corpo”: ecco da dove deriva il fatto che “busto” sia suo sinonimo, un capo d’abbigliamento a stretto contatto col corpo o col busto. All’alba degli anni’ 90, Madonna lo riporta in auge, indossando durante i suoi tour il leggendario corsetto con coppe a cono di Jean Paul Gaultier. L’enfant prodige della moda francese rilancia il corsetto/guêpière come capo identificativo di sensualità prorompente e femminilità libera da qualsiasi tabù. Da lì in poi le celebrities seguiranno a ruota l’esempio di Madonna, adottandolo a loro volta. Anche Thierry Mugler spicca come stilista dei corsetti con l’iconica Collezione Les Insectes del 1997, nella quale eteree donne insetto sfilano inguainate in corsetti artistici. Tali creazioni sono disegnate dall’eccentrico Mr Pearl, couturier che consacra la sua carriera unicamente a questo capo, ispirandosi ai secoli passati. Ancora oggi i suoi corsetti sono i più costosi ed ambiti. Il corsetto al giorno d’oggi Nell’epoca moderna questo pezzo così singolare è diventato più trasversale di quanto si pensi. Per gli amanti dello stile gotico è un must declinato rigorosamente in nero: impossibile trovare la frontwoman di un gruppo metal che non lo indossi. Da sempre sinonimo di seduzione, diventa indispensabile nell’armadio delle amanti delle lingerie, mentre coreografico e di sicuro effetto, spunta nei costumi steampunk o nel cosplay. E naturalmente le romantiche lo ricercano incorporato nell’abito da sposa. Insomma, il corsetto ha mille anime, o meglio assume l’anima di chi lo indossa, ed è curioso che intimorisca ancora molte donne, le quali lo ritengono troppo costrittivo, ma sono invece pronte ad indossare tacchi alti o altro di altrettanto scomodo. Esistono diversi modelli di corsetto: modelli sottobusto, modelli che coprono tutto il busto, sino ai più ostici ovvero gli stringivita o i corsetti che comprimono anche i fianchi. Al loro interno possono avere stecche d’acciaio (che nel tempo hanno sostituito quelle delle povere balene) più costrittive, oppure in plastica (molto più flessibili). Considerando la varietà di opzioni, la scomodità diventa relativa in quanto ognuno può scegliere il corsetto più adatto a sè: l’importante è che, dovendo vestire come un guanto, il capo sia scelto appositamente tramite la misurazione del corpo.