Verdiana Coluccia, fashion designer, modellista artigianale e modella

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Verdiana Coluccia, fashion designer, modellista artigianale e modella

Capelli corvini, occhi color cioccolato, un sorriso contagioso, una grande sensibilità e tanti sogni nel cassetto. Verdiana Coluccia, classe 1996, ha già le idee chiare sul suo futuro: la moda.

Verdiana Coluccia si racconta a ModApp

Verdiana Coluccia si racconta a ModApp

Tra sfilate e shooting fotografici, Miss Gil Cagnè 2017 e poi Miss Rocchetta Bellezza Calabria 2018, ha completato gli studi  in Fashion Designer e si è apprestata a creare il suo primissimo brand di moda made in Puglia ma dal cuore calabrese.

Verdiana, sei una fashion designer, modellista artigianale, modella. Tutto ciò che ti riguarda ruota intorno alla moda. Cosa nasconde il tuo IO? Quali sono i tuoi sogni, le paure e i desideri?

Come tutti conservo ciò che mi sta più a cuore. I sogni sono tanti e le paure infinite ma la mia ambizione è solamente una.

Raccontaci di più

Sogno sempre perché ci credo fino allo sfinimento, anche se a volte la paura prende il sopravvento ed interrompe i sogni. Io però ripeto di continuo “Ciò che ti appartiene troverà il modo di raggiungerti” e allora non mollo. Non posso. Non devo. Per me stessa e per quello che sento.

Cosa fai allora?

Combatto. Tutti i giorni, da sola con le mie mani, la mia forza, la mia testa, le mie idee e la voglia incontrollabile di affermare il mio brand. La mia ambizione? Avere un negozio nel punto più bello del Salento: Otranto.

Il fashion è ciò che hai sempre sognato sin fa piccola?

Decisamente sì. Già all’età di tre anni mi piaceva coordinare i miei outfit e delle mie bambole. Mi ricordo che abbinavo ombretti viola e gialli, che poi a pensarci adesso sono colori complementari. Abbinavo tacchi alti ad orecchini a cerchio. Mi entusiasmava quell’idea di libertà. Il guardare mia madre tagliare tessuti, quel familiare rumore della macchina da cucire, la magia dei fili che si univano mi illuminavano gli occhi. Mi fa pensare che sia tutto partito da lì.

Ma poi da grande cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo della moda?

In realtà non lo so. So solamente che è stato tutto così naturale e logico. Ho sentito questa sensazione dentro, questo bisogno di comunicare quello che pensavo, il mio concetto di bellezza, il mio dolore, i miei desideri.

La tua terra natìa ha in qualche modo influenzato il tuo lavoro?

Lentamente sta venendo fuori, si. La mia è una situazione un po’ difficile. Sono nata in Puglia ma per vent’anni ho vissuto in Calabria per il lavoro di mio padre. Da qualche anno sono tornata in Salento e all’inizio questo mi ha nuovamente mandato in confusione totale.  Con il passare del tempo però sono tornata ad apprezzare le bellezze della Puglia: il blu cobalto, il dorato della sabbia, il verde degli ulivi e poi le spighe di grano al tramonto. Tutto questo per me rappresenta l’infanzia e la perfezione dell’intreccio.

Il tuo brand si chiama ANAFIUMAI. Cosa significa?

E’ un termine che deriva dal greco e significa “rinascere dalle piante”. Si tratta di una rinascita tutta personale, maturata ovviamente nel tempo. La decisione di apporre questo nome al mio brand è scaturita dopo un periodo molto delicato della mia vita. Il distacco viscerale con la mia amata Calabria ha fatto germogliare in me il bisogno impellente di esprimere il grande dolore che sentivo in quel momento. Come si dice “non tutto il male viene per nuocere” ed io, alla fine, la luce in fondo al tunnel di cui tutti parlano, l’ho vista.

Perché hai deciso di cimentarti principalmente nel beachwear?

Ho sempre avuto il desiderio di avere una mia linea di costumi da bagno. Il mio primo slip l’ho fatto in denim, ti lascio immaginare il disastro… poi però il tempo, gli studi hanno fatto maturare in me la voglia di creare bikini ed è così che da un anno è nato ANAFIUMAI.

Quindi per te il costume da bagno è più che un semplice capo d’abbigliamento?

Assolutamente sì. Per me non è solo un modo per esporre o mostrare la fiera fisicità: è un motto, un inno per abbracciare intimamente il corpo e rivelare l’abisso delle emozioni di ogni donna.

Quali sono i materiali e le lavorazioni che prediligi nelle tue collezioni?

Per i costumi utilizzo sempre lycra di qualità che possa durare nel tempo, modellare il corpo e risultare confortevole. I completi over, le bluse e i pantaloni comodi e i capi che affianco loro sono invece fatti tutti in materiali naturali. Amo particolarmente il lino grezzo, un tessuto difficile ma a mio avviso poetico e delicato.

La cucitura che prediligo è quella all’inglese, mentre quelle interne sono “pulite” con sbiechi in contrasto.

Quanto è importante che una donna si senta “confortevole” nei capi che proponi senza doversi preoccupare di taglia e peso?

Mi piace pensare che una donna possa essere attratta dalle mie creazioni perché mi sento capita nel mio IO più intimo. Sono una persona introversa, sensibile e timida e quindi credo di aver trovare il più giusto canale per esprimere quello che provo.

Non ho mai volto un target di riferimento, voglio che la mia cliente si senta libera ed a proprio agio con i miei capi. Se una taglia 38 può indossare un perizoma, cosa vieta di fare lo stesso ad una 46?

Una figura femminile a cui t’ispiri e che senti particolarmente vicina al tuo mood?

Inizialmente non ho avuto una donna a cui fare riferimento. Poi però, dopo aver visitato una mostra a Milano l’ho trovata: Frida Khalo. Una donna innamorata della vita e dell’amore, un mito che perdura nel tempo. Guardando i suoi quadri ho goduto appieno della sua arte, della forza con cui comunicava le sue sofferenze e la sua percezione del mondo attraverso i colori energici.

Sì, in quel momento ho deciso che con Anafiumai, avrei fatto la stessa cosa.

Cosa ti piace e cosa non ti piace nel fashion system? C’è qualcosa di sbagliato nella moda di oggi secondo te?

Sicuramente c’è di sbagliato che spesso non si tiene in considerazione la persona fisica dietro il capo d’abbigliamento. Dentro ogni abito c’è una donna che lavora, che ha figli, che va a fare la spesa, che va in palestra e cura la casa. Dobbiamo sentirci comode e non costrette. Io dico NO ad abiti che non fanno respirare o che cercano di mettere in mostra ciò che non c’è.

La via perfetta lasciamola ai social!

La moda è davvero al fianco della donna moderna?

Non del tutto e non completamente. Seguo sfilate, tendenze, mi piace aggiornarmi ma molte cose per me ancora non vanno bene. Vedo solamente la voglia di vendere qualcosa che tra un mese finirà nel dimenticatoio. Abiti belli e non funzionali. Dobbiamo tornare alle origini ed alla comodità, dobbiamo farlo tutti insieme.

La moda deve attuare un cambiamento radicale dove al primo posto ci sia la VERA donna.

L’idea quasi stereotipata di donna che soffoca e permea il tessuto sociale di oggi.. cosa ne pensi?

Penso che ci facciano leggere articoli e notizie su grandi cambiamenti e consapevolezze ma che poi in fondo non ci sono.

Vedo modelle spente o di 35 kg sfilare in passerella portando un messaggio sbagliatissimo di non sano e non rispetto.

Bisogna esprimere il bello, l’allegria, la forza e l’ottimismo. Io ci spero ma la strada è ancora lunga.

 

 

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