Il sogno e lo stile hippie sono tornati tra noi….ci risiamo…

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Lo stile hippie ancora irridente e variopinto è pronto a sfidare chi lo ha dato più volte per morto e sepolto

L’epoca hippie è uno dei rari momenti della storia in cui sono state messe in pratica parole come amore, pace e fratellanza. Da una cultura ad uno stile hippie.

50 anni dalla mitica Summer of Love e dall’inizio del movimento dei figli dei fiori

L’albeggiare dell’età dell’Acquario, gli sguardi sognanti, i fiori nei capelli, la musica espansa, “fate l’amore non fate la guerra”, i corpi dipinti come arcobaleni, l’aroma inconfondibile di libertà ed avventura. Sembra incredibile ma sono già passati 50 anni dalla Summer of Love californiana.

In mezzo c’è stato il vuoto pneumatico iperconsumista degli anni Ottanta, la competitivià yuppie, l’onda minimalista no-frills degli anni Novanta. E poi, in crescita esponenziale, l’aggressività dell’hip hop, il gelo della cyber cultura e delle piazze virtuali.

Ma perché la ruspante e naif epopea hippie ci affascina ancora?

La risposta è molto semplice. L’epoca del fate l’amore e no fare la guerra è uno dei rari momenti della storia, non solo recente, in cui sono state messe in pratica parole d’ordine come amore, pace, fratellanza. Termini che, prima della rivoluzione floreale dei Sixties, rimandavano a comportamenti sobri e decorosi per poi trasformarsi, grazie ai ragazzi di San Francisco, in sinonimi di anticonformismo, di ribellione colorata, visionaria e persino caotica. Nello stesso periodo sono stati creati capi di abbigliamento adesso definiti vintage di qualità molto elevata.

Senza bandiere e senza capi, la cultura hippie era un movimento che sostituiva il culto della bellezza all’ideologia politica. E adesso come si vestono gli hippie?

Visti i tempi correnti, bisogna essere dei mostri di cinismo o dei sadomasochisti impenitenti per snobbare una filosofia che promuove situazioni di tenerezza, gioia, empatia con il prossimo e rispetto per l’ambiente, privilegiando gli abbracci alle risse.

Stile hippie: i figli dei fiori erano human friendly dai vestiti fantasiosi

Lo stile dei figli dei fiori e della moda negli anni 70, anche se oggi è adottato solo dal punto di vista estetico e non esistenziale, mette da parte atteggiamenti prepotenti, minacciosi, autodistruttivi. Garantisce un posto in prima fila al tè del Cappellaio Matto ed in una qualsiasi Arcadia tra caprette e ninfe fluttuanti.

Le tracce della cultura dei vestiti hippie vanno cercate un po’ ovunque. Ma non necessariamente nei clichè dei Goa Party, nei mercatini di Camden Town o Haight Ashbury.

Oggi le tracce sono esposte con enfasi in gallerie prestigiose, dal Victoria and Albert Museum di Londra al De Young Museum di San Francisco. Nelle collezioni di design, dall’Ikea a Louis Vitton.

I fashion designer, da Cavalli a Etro che sfila in questi giorni con una collezione intitolata Summer of Love. Gli stilisti lanciano sulle passerelle tribù di poetiche modelle in paysley con coroncine fiorite, gote rosee e piedi scalzi.

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