Annalisa, la prima assistente sanitaria vaccinata presso la Asl di Latina

7 min lettura
Commenti disabilitati su Annalisa, la prima assistente sanitaria vaccinata presso la Asl di Latina
1
314
Annalisa, la prima assistente sanitaria vaccinata presso la Asl di Latina

Annalisa, giovane assistente sanitaria di 30 anni, lavora presso la Asl di Latina da ormai 4 mesi. E’ stata vaccinata la scorsa settimana e tra circa due settimane riceverà la seconda dose del vaccino Pfizer-BioNTech.

La testimonianza di Annalisa, giovane assistente sanitaria

Con grande piacere ci ha rilasciato un’intervista diventata una preziosa testimonianza per chi ancora ha dubbi sulla vaccinazione contro il Covid-19.

Annalisa, cosa ha rappresentato per te il momento della vaccinazione?

 

L’obiettivo della campagna di vaccinazione della popolazione è prevenire le morti da COVID-19 e raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il SARS-CoV2. La campagna è partita il 27 dicembre 2020, vista l’approvazione da parte dell’EMA (European Medicines Agency) del primo vaccino anti COVID-19. Ed io, lavorando presso l’Asl, sono stata tra le prime ad essere sottoposta a vaccinazione. Un momento fondamentale, un momento che ha segnato un punto nella mia vita. Un momento di riflessione su come questa Pandemia ci abbia cambiati, sotto alcuni aspetti anche migliorati, perché abbiamo iniziato ad apprezzare anche le piccole cose che la vita ci riserva.

Aspettavo da tanto questo momento. Lavorando come Assistente Sanitaria, ogni giorno contatto telefonicamente le persone che risultano positive al Covid-19 ed ognuna ha una “storia da raccontare”, una storia significativa fatta di paure, tormenti, sofferenze. Ed io con loro vivo quel momento difficile cercando di confortarle e darle le giuste indicazioni per affrontare la quarantena.

In questi 4 mesi in cui lavoro presso la Asl ne ho avuto modo di ascoltare diverse storie: donne in lacrime con la paura di perdere il marito o il padre, donne preoccupate di non superare questo periodo difficile, uomini sofferenti senza più forze né voglia di affrontare la vita. Ogni storia ha segnato la mia vita perché io sono una donna forte ma facendo questo lavoro condivido gioie e dolori di tutte le persone colpite da questa Pandemia.

Ci sono persone che non smettono mai di ringraziarti per averle supportate e seguite al meglio durante il percorso legato alla Quarantena. Ma questo è il mio lavoro ed io lo amo ed affronto ogni giornata con passione e dedizione.

Come viene somministrato il vaccino?

Il vaccino Pfizer-BioNTech viene somministrato attraverso un’iniezione nel braccio, poco sotto la spalla. Ogni fiala consente di effettuare 5 vaccinazioni, con una dose singola da 0,3 millilitri, che viene diluita con soluzione salina prima di essere iniettata.

Prima di essere impiegato, il vaccino deve essere lasciato scongelare dai -70 °C ad una temperatura di pochi gradi, paragonabile a quella di un frigorifero. Dopo lo scongelamento il contenuto del flaconcino deve essere utilizzato entro poche ore, se preparato per la somministrazione.

La protezione è stata dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose.

Quale messaggio ti senti di lanciare?

Purtroppo viviamo in una situazione di apparente controsenso. C’è chi da una parte risulta insofferente alle misure restrittive imposte per mantenere sotto controllo i numeri della Pandemia e non vede l’ora di potersene liberare.

Dall’altra invece c’è una parte troppo consistente di Italiani scettici al cospetto di quella che, seppur non nell’immediato, sembra essere la possibilità più concreta per poterci riappropriare della nostra vita. Parlo appunto della vaccinazione.

Soltanto il 57% della popolazione italiana è intenzionato a farsi vaccinare contro il Covid-19. Un dato, ritenuto dai medici, troppo basso per permetterci di arrivare all’immunità di gregge.

Il restante 43% sembra sfavorevole o quantomeno scettico di fronte a questa possibilità. Tra questi vi sono persone che si trovano in uno stato di depressione e quindi esprimono maggiori dubbi verso la possibilità di vaccinarsi, chi ritiene che il vaccino non sia stato adeguatamente testato per via della velocità della sperimentazione. Insomma c’è ancora molto da fare ed a proposito di questa riflessione generale, mi sento di invitare tutte queste persone a vaccinarsi. Perché solo facendo questo grande passo tutti insieme possiamo affrontare questa Pandemia che, sotto vari aspetti, ci ha travolti!

 

La redazione di ModApp ringrazia Annalisa per aver rilasciato questa valida testimonianza!

 

Carica altri articoli correlati
Altri articoli da Rossana Nardacci
Altri articoli in Donne coraggiose
Commenti chiusi.

Leggi anche

Black Friday 2024 nel settore moda: tendenze ed opportunità

Il Black Friday è diventato un appuntamento annuale fondamentale per i consumatori di tutt…